Lavezzi spezza il sogno del San Paolo. Un rigore altissimo e il Napoli saluta la Coppa Italia. Stesso copione del 1997, stavolta – però – l’epilogo è diverso. Inter glaciale dagli undici metri, il Pocho no. Gli azzurri escono, comunque, a testa alta. C’è solo qualche rammarico per le occasioni sprecate, per il resto è sfida vera.
Mazzarri ha imparato la lezione del 6 gennaio. Befana amara a San Siro: strapotere nerazzurro centrocampo e Napoli che affonda con merito. Ecco perché l’abito tattico è più abbottonato del solito. Hamsik e Lavezzi s’abbassano spesso in mediana per evitare l’inferiorità numerica. L’input tattico è semplice: recupero palla e ripartenza immediata. L’Inter, dal canto suo, non si scompone. Corazzata solida ed esperta che sfrutta l’abilità nel palleggio di Cambiasso e Thiago Motta. Eto’o e Pandev si allargano per favorire l’inserimento centrale di Stankovic. Ma prevale l’equilibrio.
Il Napoli prova a prenderlo a spallate al 12’. Lavezzi aumenta i giri del motore, serve Dossena che cerca Cavani, pronto al tap-in vincente. Tutto molto bello, se non fosse per il fuorigioco segnalato dall’assistente Banchi. La risposta nerazzurra è consegnata in bello stile da Stankovic. Due sussulti ma si ritorna presto nel binario del tatticismo. Gli azzurri, poi, sbagliano troppo nella costruzione e vivono solo di fiammate. Quella giusta sembra arrivare al 38’. Cavani recupera palla su Stankovic e lancia Lavezzi nello spazio.
Zanetti prova a contrastare il connazionale, stavolta – però – il Pocho ignora il Matador e spreca tutto con una conclusione debole. L’Inter reagisce immediatamente e per poco non confeziona il colpaccio. Maicon spinge a destra, calibra per Cambiasso, lasciato solo in area. L’argentino calcia a botta sicura, il balzo di De Sanctis è prodigioso e con l’aiuto della traversa sventa il pericolo. I quarantacinquemila del San Paolo tirano un sospiro di sollievo ma auspicano un’intraprendenza maggiore nella ripresa. Mazzarri prova ad accontentarli e avanza leggermente Lavezzi con Hamsik più propenso al lavoro di copertura.
La manovra resta asfittica perché non si riesce a sfondare sulle corsie esterne. Maggio è più volenteroso di Dossena (intimorito da Maicon e poco propositivo), il muro di Chivu – però – è abbastanza invalicabile. La confusione nell’impostazione fa il resto tanto che il Napoli non riesce a distendersi. L’ingresso di Zuniga (per Dossena) va interpretata proprio in questo senso. Non è certo un caso, infatti, che il primo sussulto arrivi addirittura al 32’ : Cannavaro sceglie il petto anziché la testa sul taglio di Gargano e Castellazzi neutralizza senza problemi.
La vera occasione è di Hamsik: lo slovacco sfrutta un’accelerazione del Pocho, ci prova due volte, ma Castellazzi e Ranocchia salvano il risultato. Sfortunato pure Pazienza: colpo di testa sull’esterno che non evita i supplementari. Il Napoli preme il piede sull’acceleratore e per poco non passa con Lavezzi che spara addosso a Castellazzi da dentro l’area al 10’. Cavani e Zuniga ci provano, Ranocchia ha il match-ball ma spreca. Rigori. Il Pocho sbaglia, l’Inter fa cinque su cinque e va avanti. Il San Paolo applaude, ma il retrogusto è amarissimo.
FONTE
NAPOLIMAGAZINE